Residenza d’artista a VADA
Porto etrusco e poi romano di Volterra – ampiamente citato nelle fonti latine – il suo nome (dal latino vadum) fa riferimento alle caratteristiche del tratto di mare antistante, dove le secche proteggevano le navi alla fonda dai venti di libeccio, ma costituivano allo stesso tempo una pericolosa insidia in caso di tempesta.
“Credo che la massima ambizione per una fotografia sia di finire in un album di famiglia.
Io credo nella memoria. Potrebbe uno che fa il fotografo non crederci?”
Ferdinando Scianna
Ho sempre amato il pensiero di Ferdinando Scianna riguardante il legame indissolubile tra fotografia e memoria.
L’animo di un individuo, ma anche di una comunità, è rappresentato dalla sua storia, dal suo passato, da come e dove ha vissuto.
La fotografia è diventata da subito lo strumento con il quale immortalare per sempre un volto, un avvenimento, una situazione e da subito le immagini sono diventate l’archivio, la testimonianza e la storia “scritta” del soggetto, del luogo ma anche di intere comunità, generando di conseguenza memoria.
Nell’ultimo periodo però qualcosa è cambiato. Mai si sono prodotte tante immagini fotografiche, come in questi ultimi anni, quasi nessuno però realizza più l’album di famiglia. Album privati, ma anche album collettivi, che definiscono la vita e l’immaginario di generazioni.
Prendendo spunto dal lavoro, ma anche e soprattutto dall’esempio di Enrico Bernini, che per anni ha raccolto memoria, la mia idea è quella di invitare la popolazione di Vada ad aprire i propri album di famiglia, a condividerli con me prima e con la comunità tutta poi. Io proverò a fondere queste preziose immagini intime, appartenenti al passato, con i luoghi e le ambientazioni odierne. Portare il risultato di questo lavoro nelle piazze e tra la gente di Vada, con un’esposizione libera, condivisa e aperta a tutti, sarà l’obiettivo finale.
Stefano Mirabella