IL CIELO IN UNA STANZA

14 giugno 2016 – 26 luglio 2016

 

La fotografia, secondo il mio pensiero, è la sintesi tra la rappresentazione della realtà e la capacità di trascenderla. Il quotidiano e la strada sono un teatro incredibile dove il fotografo è allo stesso tempo attore e spettatore.

Un palcoscenico ricco di situazioni, di persone e di aneddoti che vanno visti e colti. L’imponderabilità, l’anarchia e l’imprevedibilità, sono fattori determinanti che rendono l’indagine fotografica difficoltosa, ma assolutamente affascinante.

La curiosità e la vivacità dello sguardo sono alla base di ogni buona fotografia e si trasformano in un occasione irripetibile per vivere il quotidiano con uno spirito diverso. Senza questo spirito ogni scena rischierebbe, come spesso accade, di essere già vista e rivista.

Tutti gli scatti in mostra sono stati realizzati nella città in cui vivo da sempre, questo non vuole essere per forza un filo conduttore, ma è assolutamente importante per me. Vedere qualcosa di nuovo in un luogo che, per i miei occhi è “vecchio”, è una sfida che mi appassiona e mi spinge ogni giorno a camminare.

Perché è solo camminando e osservando che un fotografo che ha scelto la “strada” può continuare a scattare e a meravigliarsi.

Meravigliarsi e mai permettere all’abitudine di distruggere l’occhio, questo è quello che provo ad essere e questo è quello che vuole essere il “Cielo in una stanza”

Stefano Mirabella

 

 

Quando mi chiedono che lavoro faccio rispondo che raccolgo sfumature.

Guardare fotografie è il mio mestiere, e da tempo mi dedico solo a quelle che mi interessano. Stefano Mirabella non lo conoscevo come fotografo e non conoscevo il suo lavoro. Spinto da un comune amico sono andato a curiosare ed è bello scoprire, e con leggerezza sorprendersi; non conoscerlo mi ha posto in una condizione di assoluta libertà, nessun condizionamento. Le fotografie scorrono via una sull’altra sul nostro tavolo di lavoro, e verso la fine ne trovo una – in realtà la scopro – una fotografia costruita da tre semirette ed uno spazio immenso sopra a tutto. E’ il mio cielo in una stanza. Attorno a quest’ultima fotografia – per certi versi astratta – ruota un quotidiano di strada fatto di piccoli gesti, di casualità, di una famiglia (?) tutta che cerca di portare a casa ogni angolo dei Fori Imperiali, di manifesti stradali che sono una naturale quinta scenica ad accadimenti quasi banali, si potrebbe pensare. Ma messe insieme, queste fotografie raccontano il lavoro che Stefano persegue e prosegue da qualche anno: pazienza, perseveranza, colpi di fortuna (sì, ci vuole anche questa, quando la fotografia ti si para davanti al primo scatto), e allora le sfumature di cui sopra diventano la chiave di lettura di questi appunti giornalieri. E le pareti di questa galleria diventano le ideali pareti di quella stanza che raccontano quanto spesso noi vediamo camminando di gran corsa senza soffermarci ad osservare. A guardare. Attitudine quella del guardare di fatto ormai desueta; mantenere alta l’attenzione anche quando il panorama è il solito, ma che fa sì che l’abitudine non distrugga l’occhio .Uno sguardo nascosto, uno sguardo rivelato tra i banchi di un mercato, i segni forti del volto di una donna in attesa di un mezzo, una lama di luce che proietta inquietanti ombre su un muro, tratteggiano un dejà vu ai più di noi di fatto invisibile. Dopo anni di appostamenti, di attese e lunghe camminate, questi momenti Stefano li coglie in una frazione di secondo e lì, la meraviglia della fotografia. Saper comporre in un tempo difficile anche solo da pensare un qualcosa che racconti, è la magia che ancora oggi mi affascina; lavorando con Stefano, tra le fotografie, abbiamo avuto modo di parlare e forse ho capito cosa sia scattato nella sua testa e mai citazione è più aderente ad un approccio per lui ormai naturale: “fotografare è trattenere il respiro quando le nostre facoltà convergono per captare la realtà fugace; a questo punto l’immagine catturata diviene una grande gioia fisica e intellettuale” (Henri Cartier-Bresson). Il mondo è pieno di sorprese: il mondo per strada attende solo un fotografo attento a coglierne di inaspettate e queste fotografie ci aiutano a sollevare quel velo di torpore visivo e magari a fare un esercizio di stile.

Giuseppe Prode

THE EXHIBITION